Il paese di Porto Valtravaglia, che oggi conta circa 2.500 abitanti, ha acquisito importanza a metà del XVII secolo con la costruzione di una tessitura e soprattutto con l'insediamento di due vetrerie, i cui prodotti erano apprezzati a livello internazionale e menzionati insieme al famoso vetro boemo. Poiché i forni per la fusione dovevano bruciare 24 ore su 24 e di conseguenza si lavorava anche di notte, gli abitanti venivano soprannominati "mezarà t", che nel dialetto significa pipistrello, indicando che gli abitanti di Porto Valtravaglia erano attivi e laboriosi di notte come i pipistrelli. Negli ultimi 60 anni, Porto Valtravaglia si è evoluta dall'industria all'artigianato e al turismo. La posizione, favorita da un clima mite e situata esattamente tra le due popolari e più grandi località di Luino e Laveno, è sempre più apprezzata e fortunatamente il paese è riuscito a mantenere il suo fascino originale fino ad oggi. Dalla bella passeggiata lungolago si gode una vasta vista sul lago centrale e settentrionale e grazie ai collegamenti via nave in tutte le direzioni è possibile esplorare comodamente il Lago Maggiore in barca. Nell'entroterra collinare, con le sue variegate possibilità di escursioni, si trovano ancora alcuni piccoli villaggi intatti con antiche chiese e case parzialmente ristrutturate con stile dai nuovi proprietari.
Dario Fo: Il vincitore del Premio Nobel per la Letteratura del 1997, molto apprezzato non solo in Italia, è probabilmente il figlio più famoso di Porto Valtravaglia. Nato nel 1926 a Sangiano (Varese), ha vissuto in molti luoghi sulla sponda orientale del Lago Maggiore, a causa del lavoro di suo padre, tra cui anche alcuni anni a Porto Valtravaglia. Figlio di un ferroviere e di una contadina, è diventato famoso a livello internazionale come attore, regista e autore di opere polemiche e satiriche. Dopo alcuni anni come scenografo e attore cinematografico, ha fondato a Milano insieme a sua moglie Franca Rame nel 1959 una propria compagnia teatrale di due persone, ancora oggi molto di successo. Radicato nella tradizionale "Commedia dell'Arte", Dario Fo alterna sul palco tra parola e pantomima, arricchito da frequenti improvvisazioni. Non ha mai esitato a mettere alla berlina in sue satiriche rappresentazioni sociali gli intellettuali italiani blasé e i potenti dello stato e della chiesa cattolica. Molti dei suoi lavori sono stati per questo censurati in Italia, tradotti e rappresentati all'estero. Che non solo lui, ma anche la sua vita scrivano storie bizzarre, lo dimostra il seguente episodio: per puro caso, il funerale di suo padre si è tenuto nel 1987 lo stesso giorno in cui avrebbe dovuto essere sepolto anche il famoso scrittore contemporaneo Piero Chiara nel suo paese natale, Luino. Il corteo funebre del padre di Dario Fo era in pieno svolgimento, la banda musicale suonava e improvvisamente una folla in attesa in piazza si unì al feretro del vecchio ferroviere accompagnandolo fino al cimitero. Nel frattempo, i resti mortali di Piero Chiara arrivarono a Luino; solo che non c'era più nessuno a rendergli omaggio. Questo fatto vero avrebbe potuto essere frutto dell'immaginazione di Dario Fo.